martedì 18 dicembre 2018

Cecilia e le difficoltà in matematica: un caso di impotenza appresa

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《L'impotenza appresa è, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quella condizione in cui il soggetto, sperimentando una serie di insuccessi, impara e apprende il suo insuccesso, impara e apprende, cioè, di non essere capace. L'allievo apprende la propria incapacità e ne è convinto.
Nella maggior parte, dei casi l'ansia che porta l'alunno a bloccarsi è legata alla valutazione e questo significa che il problema, almeno in parte, risiede nella dinamica che collega il docente all'allievo: l'insegnante rappresenta infatti l'elemento cardine della costruzione dell'immagine di sé come capace a scuola. Il parere dell'insegnante è determinante nell'avviare il meccanismo di difesa che da un'attivazione positiva può passare a livelli sempre più intensi fino ad arrivare al blocco, secondo le modalità sopra descritte.》

In altre parole: questa condizione può essere causata o immensamente peggiorata da insegnanti che classificano, giudicano gli studenti, chiudendoli dentro un giudizio che non sottoporranno mai a revisione, sopravvalutando nei loro comporamenti quello che avvalora la loro convinzione e sottovalutando, trascurrando e persino negando ciò che li indurrebbe a rivederla.
Persone del genere sono il male assoluto in qualsiasi livello e tipo di insegnamento.
Realizzeranno la loro profezia inculcando, scolpendo a fuoco la loro convinzione nell'autostima dell'allievo, che spesso si trova in un'età difficilissima e, se non ha un carattere forte o un sostegno familiare solido, può esserne segnato a vita.
Lo studente vivrà così il proprio insuccesso come frutto di quella che nell'ottimo articolo è chiamata una 《causa interna stabile》.

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