Questo delicato racconto di Marcella Olschki parla della stessa Firenze di mia Madre.
La Firenze del quartiere Statuto, dove si trova il liceo classico Dante Alighieri, teatro di questa narrazione.
Fu emozionante ritrovarci alcuni ricordi che coincidevano esatta mente con quelli della mi mamma, come il raveggiolaio che, dalla sua bancarella, gridava "Freschi e belli!"
Io ho avuto la fortuna di avere tre infanzie e tre giocvinezze. La mia, credetemi, è stata squallida e mortificante.
Ma ho avuto quella dei miei genitori, vissuta nella Milano e nella Firenze degli anni '30 e '40 e che ho assorbito in modo famelico, chiedendo continuamente e non dimenticando nessun dettaglio. E come era più ricca la Milano del ragazzo ricco Franco Lancellotti, che giocava a tennis e comprava i libri nella libreria Hoepli, servito da un burbero commesso che era Giovanni Scheiwiller, vide gli spettacoli di Petrolini e ricevette in regalo le preziose edizioni delle poesie di Giorgio Bolza (Granitt de pèver, On sabet grass) dalle mani dell'autore, che era anche suo collega al Credito Italiano.
E fantastica è stata quella della piccola Maria Bencini, che, figlia di piccolo impiegato alle Ferrovie, non poté accedere al Dante, ma diventò una delle Peruzzine (che erano molto più belline delle colleghe sgobbone), nello storico istituto in via Lamarmora. Ogni dettaglio di quegli anni difficili e intensi è vivo nella mia mente più che se l'avessi vissuto io.
https://sellerio.it/…/catalogo/Terza-Liceo-1939/Olschki/4641
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